In questa seconda ed ultima parte si vuole mostrare come sia stato possibile ricalibrare il debimetro Bosch difettoso che non era di fatto più utilizzabile.
Questa è la seconda parte, ti consigliamo di leggere la prima parte e poi la continuazione in questo articolo.
Ti sei perso la prima parte? Clicca sul link qua sotto!
Iniziamo riprendendo questo oscillogramma in cui sono presenti i segnali dei due debimetri (in blu quello del debimetro funzionante ed in rosso quello del debimetro difettoso) unitamente alla loro differenza misurata sia in valore assoluto (curva in viola) che in valore percentuale (curva in verde).
Se si osserva con attenzione la curva verde si può notare come la differenza misurata sotto forma di errore percentuale si mantenga tutto sommato costante, indipendentemente dalla quantità di aria che viene misurata.
Come meglio mostrato dall'immagine seguente si può verificare che l'errore del segnale rimane sempre all'interno della fascia -8% ±2%.
Questo significa che il debimetro difettoso non è da considerarsi propriamente guasto in quanto il segnale che produce risulta semplicemente attenuato di circa un 8% rispetto a quello che dovrebbe essere.
Inizialmente ho pensato che doveva essere possibile agire su un trimmer di regolazione come avevo visto fare in questo video di una società specializzata nella ricalibratura dei debimetri, tuttavia ho potuto verificare che ciò non è possibile in quanto la PCB dei debimetri Bosch ne è sprovvista (oltre ad essere completamente annegata nella resina).
Visto però che non era possibile regolare il debimetro dall'interno, perchè non farlo dall'esterno? Ecco quindi l'idea: realizzare un modulo esterno da interporre tra il debimetro e la centralina motore che fungesse da amplificatore di segnale.
In fin dei conti, se il segnale prodotto dal debimetro è attenuato e lo si riamplifica fino a compensare completamente questa attenuazione il segnale che si ottiene dovrebbe essere corretto. Ed alla centralina motore questo poco importa.
Lo possiamo vedere un po' come quando ci mettiamo gli occhiali per compensare un difetto visivo: il problema dei nostri occhi continua ad esistere ma grazie agli occhiali torniamo a vedere bene, ed alla fine è questo quello che importa.
Questo è il progetto del modulo esterno che ho realizzato e come si vede è piuttosto semplice. Fondamentalmente è basato su un amplificatore operazionale e pochi altri componenti (per non appesantire l'articolo ne descriverò il funzionamento in un successivo commento qualora vi fosse interesse).
Questo il modulo esterno una volta completato
A questo punto non dovrebbe essere difficile immaginare come sia stato possibile ricalibrare il debimetro difettoso: è stato infatti sufficiente collegare il modulo al debimetro difettoso e poi, grazie al sistema descritto nella prima parte di questo articolo, regolare il guadagno dell'amplificatore tramite il trimmer fino a quando il segnale prodotto dal debimetro funzionante e quello in uscita dal modulo di taratura non erano perfettamente uguali, ovvero fino a quando la differenza tra i due segnali non era perfettamente zero.
La prova regina però non può che essere una: vedere come si comporta il motore durante una prova su strada.
E' per me difficile trasmettere con parole o grafici il fatto che il motore ha digerito molto bene questa modifica che io chiamo scherzosamente “protesi per vecchi debimetri”.
Tutto il lavoro che ho descritto è stato oggetto di un video, così che chi volesse toccare con mano e sentire come girava il motore prima con il debimetro guasto e successivamente con il modulo di taratura, nonché durante il test di guida su strada ne abbia la possibilità:
Concludo il tutto con questa riflessione: sebbene sia stato possibile dimostrare la fattibilità tecnica di ricalibrare un debimetro starato grazie ad un modulo esterno mi sento di ritenere un dispositivo di questo genere più come uno strumento di diagnosi che non di riparazione. La sua più grande utilità secondo me è infatti quella di permettere in qualsiasi momento una rapida riparazione provvisoria di un debimetro diagnosticato come starato ed escludere così l'esistenza di altre concause che hanno portato al cattivo funzionamento del motore.
Un debimetro starato alla fine non si sa perché o come lo sia diventato ma non è così improbabile pensare che la staratura possa continuare a degenerare nel tempo ed una riparazione che si rispetti deve garantire ad un cliente la durabilità nel tempo.
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